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LA PRIMA DIRETTIVA

ed altri concetti cosmici

 

La trasformazione e il risveglio del pianeta a cui assistiamo quando vediamo le dittature cadere, le Giornate della Terra guadagnare in popolarità e la gente discutere apertamente delle proprie relazioni non è un accadimento casuale. Non avviene solamente perché il calendario dice che è l’ora dell’era di Acquario. Tutto questo accade perché entità come te si sono incarnate e si sono immerse nel mare telepatico d’energia che circonda questo pianeta. Adesso ti spiego.

 

L’isolazionismo cosmico

Questo sistema scolastico è un sistema a circuito chiuso. In termini di coscienza, è isolato dal resto della nostra galassia. Proprio come ogni scuola, esso ha obbiettivi didattici, un suo consiglio direttivo e mira a reclutare un certo tipo di studenti; così fa la nostra scuola Terra. Nelle scuole che già conosciamo, il pubblico è ammesso ad eleggere un consiglio scolastico ma non è ammesso alle funzioni riservate agli insegnanti, al preside o ai membri del presidio didattico. Se una persona desidera insegnare agli studenti, deve fare domanda per la posizione di insegnante e presentare un curriculum. Nella scuola Terra accade lo stesso.

Per assistere il pianeta Terra, una persona deve rispettare la prima direttiva. Forse hai già sentito parlare di prima direttiva nei telefilm di Start Trek. Essa definisce che, secondo la legge cosmica, nessuna civiltà o gruppo di entità può entrare in un sistema dall’esterno ed imporre alcun cambiamento a quel sistema, indipendentemente dal suo grado di illuminazione. E’ semplicemente impossibile alterare la coscienza nell’ambito di un sistema chiuso senza inserircisi e parteciparvi.

La prima direttiva impedisce agli outsider di interferire in un processo con cui essi non hanno alcuna familiarità. Impone la partecipazione a chi vuole dare il suo aiuto. Perché, altrimenti, un Maestro sceglierebbe di incarnarsi su questo piano di realtà? Se Buddha o Sai Baba potessero sedersi su un qualche trono cosmico e dettare felicità e buona volontà tra gli uomini, essi certamente li seguirebbero. La ragione per cui non è consentito loro di fare questo è perché così violerebbero il libero arbitrio degli individui la cui coscienza collettiva ha creato il sistema. Quindi, indossano un corpo e si aggregano al pianeta Terra per una visita occasionale. Come partecipanti all’energia terrestre, essi possono aiutare ad alterare la realtà per conto della propria famiglia.

I Maestri sono consapevoli del fatto che tutte le menti sono una solo mente e che tutti i cuori sono un solo cuore e che abitiamo nello stesso mare telepatico di energia. Qualsiasi persona incarnata, sia essa un Maestro o meno, impregna la conscienza di gruppo con la sua pace mentale ed emotiva. Per questo, quando noi, esseri incarnati, impariamo a vivere in pace, con amore e gioia, mettiamo tutto questo a disposizione di ogni altra anima incarnata sul pianeta. Questo è quanto ogni grande Maestro è stato capace di fare: ha messo a disposizione la sua coscienza. E, qua e là, ha anche fatto un po’ di magia. Ha camminato sull’acqua e resuscitato i morti. Ma questo è stato solo un po’ di spettacolo per attirare l’attenzione della gente e fargli venire voglia di dire: "Anch’io volgio imparare a farlo!".

Se il cambiamento sulla Terra non può venire dal di fuori del sistema, allora chi guarirà il pianeta? Il cambiamento deve essere iniziato dagli esseri umani che vivono ora sulla Terra. Non può venire da persone che hanno adottato i vecchi modelli come abitudine quotidiana. Le persone che vivono entro il quadro dei limiti accettati dalla società non sono in grado di portare pace e gioia ed illimitatezza nella terza dimensione. Anzi, non hanno nemmeno idea che queste cose esistano! Non sanno che esistono esseri invisibili o universi paralleli. Diventare un Maestro significa essere decisi a lasciar perdere la programmazione del mondo a favore di una comprensione superiore. I soli individui che sono in grado di spostare la realtà tra lo spazio interiore ed esteriore sono gli individui consapevoli. Ecco perché Mozart, Michelangelo e Einstein sono passati da qui. Ed ecco perché tu sei qui ora.

 

Gli aggregati della scuola Terra

Non tutti usano la scuola Terra come primario cammino di crescita. Alcune persone vengono sul pianeta quando si trovano in un momento critico della loro storia e hanno bisogno di aiuto. Queste persone non si qualificano proprio come studenti di dodicesima classe. Si possono più che altro considerare degli "aggregati". Quando le cose diventano davvero critiche, il gruppo dice: "Oh oh, si sono impantanati ancora. Scendiamo sul pianeta. Incarniamoci ancora una volta per impregnare il mare telepatico della nostra energia!". Negli ultimi anni, un numero considerevole di anime ha risposto a questa chiamata. E molti di noi non si relazionano nemmeno alle vite passate vissute sulla Terra perché non sono stati qui abbastanza volte per aver imparato ad attraversare la strada e a masticare il chewing gum allo stesso tempo. Alcuni non hanno la più vaga idea di come poter avere "successo" o di come essere parte dell’elite. Spesso dimentichiamo che gli individui di maggior successo sulla Terra sono quelli che hanno vissuto sulla Terra per un sacco di tempo. Quelli che si fanno riportare continuamente qui dal karma, ancora e ancora e ancora e ancora e che hanno trovato il modo per cavarsela in questo ambiente. Conoscono tutte le regole del mondo. Fanno parte del gruppo "in", il gruppo degli individui più invidiati della Terra. Sebbene siano così affezionati alla vita qui sulla Terra, non sono ancora pronti per spostarsi verso il cielo. Quelli che si sono incarnati per essere insegnanti spirituali (studenti di dodicesima classe e aggregati), dall’altra parte, sono pronti per fare un passo in avanti e camminare per mano ad un qualsiasi Maestro illuminato che abbia mai messo piede sulla Terra.

 

La pesantezza non nega il nostro valore

Essere incarnati può dare una sensazione di grande pesantezza e confusione. Questo non significa però che non siamo nella luce. Spesso abbiamo la tendenza a sminuire noi stessi chiedendo: "Chi io? Non riesco nemmeno a far funzionare la mia vita! Come potrei essere io una guida per questo pianeta?". Questa tendenza ad impegnarsi nell’autoesclusione è parte dell’oppressione e della confusione che hanno regnato sulla coscienza collettiva per secoli e secoli. Ora siamo pronti a smettere di sminuire noi stessi.

Siamo venuti qui con una missione. Prima di incarnarsi, ognuno di noi era un essere radiante. I nostri chakra erano aperti e in equilibrio. Pensavamo che la funzione di avere un chakra del cuore aperto era quella di versare amore verso l’esterno. Abbiamo detto: "Andremo lì e inonderemo tutto di amore, compassione, pace e buona volontà. Il pianeta sarà trasformato, una volta ripartiti noi." Poi, appena entrati nel corpo fisico, siamo stati bombardati da rabbia, paura, colpa, dubbio e ansia che ha trasformato il mare telepatico di questo pianeta in un conglomerato informe e rivoltante di immondizia grigio-verde. Qui giù c’è una palude e quando noi ci entriamo con tutti i chakra aperti, l’immondizia ci entra tutta dentro. Non capendo ancora come funziona il sistema, la maggior parte di noi pensa che tutta o parte di quell’immondizia rivoltante sia roba sua. "Non sono abbastanza spirituale per mantenere l’equilibrio. Sento ancora un senso di colpa, quindi devo essere una persona cattiva."

L’immondizia non ci appartiene, non l’abbiamo creata noi: ci siamo semplicemente dimenticati di chiudere la porta (i nostri chakra) quando siamo scesi quaggiù. Quando ci tuffiamo in una piscina, ci bagnamo. Quando entri nel mare telepatico, entri in collegamento con la coscienza collettiva media.

Quando gli esseri altamente evoluti arrivano sulla Terra, generalmente si schiantano e si incendiano tutti. Quando arrivano all’età di tre, quattro o cinque anni, si rendono conto che questo posto fa troppo male, e allora cominciano a ritirarsi e a chiudersi. Chiedono: "Perché cavolo non mi hai dato un manuale operativo del corpo quando mi hai mandanto quaggiù? Perché non mi hai detto che era qualcosa di questo genere? Non so cosa farmene di questa roba!".

Bene, abbiamo anche scelto di passare un po’ di tempo ad imparare durante il nostro soggiorno quaggiù. La Terra è lo strumento più rapido che esista nell’universo. Perfino Gesù dovette frequentare qualche lezione extra prima di entrare nella modalità di Maestro. Per frequentare quelle lezioni extra, non sarebbe giusto avere in tasca un manuale operativo già in anticipo. Se l’avessimo, sapremmo già che questa dimensione è illusoria perché la pagina uno del manuale dice "ricorda che nulla di ciò che vedi è reale". Tutti quelli che sono scesi sulla Terra hanno dimenticato ciò che dice la pagina uno quando si sono schiantati e hanno preso fuoco. Ma quel periodo della nostra vita ora è finito. E’ ora che ci ricordiamo di come si fa a prendere in mano da soli la nostra realtà.

 

La coscienza media

Gli alunni della dodicesima classe e gli aggregati sono ora pronti ad iniziare a pulire questa palude della coscienza. Se ti preoccupa l’idea di non aver fatto abbastanza bene già solo esistendo qui, ti suggerirei di dare un’occhiata alla coscienza collettiva media. Ti basta accendere la tv. L’auditel detta il principio secondo cui il palisesto segue sempre il pensiero medio. La televisione è un perfetto barometro della coscienza collettiva media. E’ fatta di telenovelas, drammi, omicidi e telegiornali. Ti assicuro che semplicemente esistendo al tuo attuale livello di comprensione sei già un vero e proprio salvatore per la Terra. Tutto il tuo guardare tramonti e trovare continue fonti di ispirazione garantisce la tua utilità. Il tuo cervello è un trasmettitore che offre energia e modelli di pensiero ad una frequenza a cui le masse dell’umanità sono in grado di attingere. Ogni pensiero elevato che hai contribuisce a risollevare il pianeta. Una volta garantita la nostra utilità, possiamo concentrarci sul raggiungimento di un decente livello di comfort con il quale lavorare.

Il nostro livello di comfort non ha nulla a che vedere con la superficie della nostra casa. Il nostro livello di comfort in questa incarnazione è direttamente proporzionale al nostro livello di consapevolezza in rapporto al livello medio della coscienza collettiva. Questo potrebbe sembrare un modo di pensare esclusivo, ma dobbiamo per forza accettare l’idea di essere dei maestri per i giovani studenti di questa scuola. Se facessimo una panoramica su tutte le varie classi, vedremmo che esiste una massa di umanità che ci prega disperatamente di essere sinceri con noi stessi e di condividere con loro la nostra intuitiva saggezza.

Ci sono anche quelli che si sentono minacciati dai concetti spirituali. Questi a volte cercano di rifdimensionare la nostra visione considerandoci ingenui. Quando ci arriva questo tipo di critica, abbiamo sempre la possibilità di scegliere tra il creder loro o meno. I critici ci parlano, in realtà, della loro paura e della loro insicurezza. Noi sappiamo che le loro parole provengono dalla loro insicurezza perché se fossero consapevoli e pensassero che siamo noi ad essere fuori strada, si limiterebbero a inondarci di luce. Gli esseri illuminati non attaccano né si difendono. Il fatto che la gente reagisca a qualsiasi situazione esprimendo paura indica chiaramente che si tratta di persone venute qui in qualità di studenti. Non sono ancora in grado di ricordare di aver mai provato l’amore incondizionato.

Esiste poi la maggioranza dell’umanità che non è fatta direttamente dai nostri studenti. Sebbene i grandi Maestri siamo venuti qui per tutti, e sebbene anche ognuno di noi sia venuto un po’ per aiutare tutti, compresi quelli che ancora credono nella perdita, nella tragedia e nella lotta, non siamo venuti qui necessariamente per parlare loro faccia a faccia. C’è un effetto a cascata associato a qualsiasi forma di insegnamento. Quando si insegna alla gente, la stessa gente insegnerà, a sua volta, a gente che, a sua volta, insegnerà ancora. Il messaggio verrà, alla fine, sentito da ogni individuo incarnato sul pianeta. Non possiamo parlar loro direttamente perché, al loro attuale livello di comprensione, non sono in grado di comprendere la semplicità della verità spirituale. A volte pensiamo che Gesù Cristo non ebbe compassione quando quella donna andò da lui e disse: "Maestro, dammi i tuoi insegnamenti!", lui rispose: "Aspetti, signora, non sono venuto qui per lei. Lei deve ancora frequentare la settima classe. Io sono venuto per i figli di Israele, i ricercatori più illuminati che già conoscono la legge cosmica." Ok, ho un po’ parafrasato la realtà, ma questo è un punto importante. Nessun Maestro è mai venuto sulla Terra per fondare una religione, un movimento di massa o per evangelizzare. Anche noi dobbiamo scegliere con chi possiamo comunicare e chi non possiede i requisiti per sentire parole che non contengono paura.

 

L’importanza della squadra di supporto

Oggi, sul pianeta, molte persone sono alla disperata ricerca di insegnanti. Gli insegnanti hanno moltissime opportunità di condividere la propria conoscenza e la propria comprensione con i ricercatori, proprio come fece Gesù Cristo. Ora, però, le cose sono molto più facili rispetto a quella volta perché oggi ci sono molte più persone risvegliate sul pianeta. Oggi possiamo circondarci di una grande squadra di supporto. Tutti i grandi Maestro che sono scesi sulla Terra hanno sempre raccolto intorno a sé una squadra di supporto. Essi erano consapevoli di ciò che la densità del mare telepatico può fare quando si scende qui tutti aperti. Da solo, nessuno può scendere sulla Terra e camminare sulle acque o resuscitare i morti. Nessuno lo può fare per il semplice fatto che ciò richiede un grande sostegno.

Prima di incarnarsi, Gesù ebbe una piccola discussione con la gerarchia. Gli dissero: "Ehi Gesù, devi andare laggiù. C’è l’era dei Pesci e ogni volta che arriva quell’era, un diplomato della scuola Terra si incarna volontariamente per riproporre gli insegnamenti spirituali. In quel modo, tutti gli studenti delle decime, undicesime e dodicesime classi possono imparare che cosa serve per diplomarsi prima che arrivi l’era di Acquario". Gesù acconsentì a nascere a Betlemme per due ragioni. Primo, aveva bisogno di tornare sulla Terra per continuare il suo addestramento per diventare Maestro (un po’ di specializzazione) e, secondo, l’umanità aveva bisogno di lui per avere un’idea di come il pianeta potesse diventare un giorno.

Trovare una squadra di supporto non fu per lui cosa facile. Dovette lavorare duro per tirar fuori dodici persone in grado di creare uno spazio sacro per consentirgli di lavorare. Alla fine, arrivò ad un accordo e disse: "Ok, io andrò avanti solo se voi mi creerete un micro-ambiente con una bella luce soffusa in cui io possa rannicchiarmi quando la densità inizia a consumarmi". Dodici discepoli e due o trecento membri della comunità degli Esseni furono i volontari che presero parte alla sua squadra di supporto che creò lo spazio sacro che gli serviva.

Abbiamo bisogno di stare il più possibile vicini alla luce perché quando siamo immersi nella coscienza collettiva, è possibile che chiunque perda la testa e diventi autoritario quanto qualsiasi altra entità sul pianeta, in qualsiasi momento. Noi siamo vulnerabili quando scendiamo quaggiù aperti. Anche Gesù, che era ovviamente inondato di energia cristica, il che significa che aveva la massima protezione possibile, era in grado di passare solo pochi giorni per volta tra la gente. La Bibbia racconta che si ritirava regolarmente sulla montagna per ricaricare le batterie. Se qualcuno del suo grado evolutivo non riusciva a stare immerso nel mare telepatico d’energia senza ritirarsi, noi dobbiamo sicuramente fare lo stesso.

"Ovunque due o più persone si riuniscano nel mio nome, lì ci saranno buone vibrazioni." Credo di aver parafrasato anche qui, ma il punto è che tutti i portatori di luce devono riunirsi in gruppo e giocare insieme, sostenersi e vivere l’uno nell’aura dell’altro.

 

Aggiustare o non aggiustare, questo è il problema!

Alcuni di noi si confondono circa il nostro ruolo di guida sulla Terra. A volte, ci sentiamo impantanati nel senso di responsabilità di dover salvare tutti sul pianeta, sentendoci di dover stare con tutti, correggerli ed ascoltare i loro drammi. Se veramente amiamo la nostra famiglia e i nostri amici, e soprattutto i nostri figli e i nostri genitori, non cercheremo mai di aggiustarli, nemmeno "per il loro bene". Sentire il bisogno di aggiustare le persone che ci stanno vicino è un trip dell’ego del tipo più doloroso. Credere di poter aggiustare chiunque è un errore di valutazione. Se fosse possibile per un’entità aggiustare un’altra entità, allora Dio, o uno dei suoi rappresentanti, avrebbe certamente già aggiustato anche noi, a quest’ora. Non funziona così.

Noi sentiamo il bisogno di controllare il comportamento delle altre persone perché il loro comporamento ci mette a disagio e non perché fa male a loro. Sentiamo il bisogno di controllare il comportamento degli altri perché non capiamo lo scopo della scuola Terra. Non capiamo che alterare le coscienze sia un lavoro che spetta all’universo e non a noi. Non crediamo che Dio sia così potente e così amorevole che tutto, compresa la nostra famiglia, possa andare bene così com’è.

Cercare di modificare il comportamento degli individui o di gruppi non ha mai funzionato su questo pianeta per una semplice ragione, cioè che la legge cosmica stabilisce che la coscienza crea la realtà nello spazio-tempo tridimensionale. Uno non può creare pace in una famiglia a meno che non abbia già coscienza della pace. Non è la stessa coscienza che la maggior parte di noi segue quando in cui cerca di correggere le abitudini non pacifiche della propria famiglia.

Far notare gli sbagli non ha mai corretto uno sbaglio. Non esistono sbagli, esistono le percezioni. Nessun grande Maestro ha mai detto a un discepolo di correggere il comportamento di qualcuno. I grandi Maestri ci hanno detto di pregare l’uno per l’altro e che la preghiera non è uno sport estremo. Un Corso in Miracoli dice che la correzione appartiene allo Spirito Santo. Dice anche che, quando percepiamo un errore, non è la situazione che stiamo percependo che deve essere corretta ma lo è la nostra percezione. Quindi, quando noi crediamo che qualcuno stia sbagliando, mandiamogli luce. Speriamo di aver imparato a non correggere o commiserare più nessuno.

 

Parabole

Fare un messia può essere un lavoro veramente miserabile. Quando i Maestri o i loro studenti escono nel mondo per insegnare e guarire, generalmente trovano che le persone che hanno dei problemi non sono interessate a cambiare il loro sistema di valori, anche se è proprio quella la fonte dei problemi. Queste persone vogliono il miracolo oppure vogliono aggiustare la vita di qualcun altro.

C’è sempre stata, sulla Terra, ben più di una manciata di persone pronte a recepire la legge cosmica dai Maestri. I Maestri sapevano che non c’era modo di condividere con la gente ciò che loro avevano prima compreso circa l’universo. Non potevano assolutamente dire la verità direttamente, e allora si inventavano delle storie. Le religioni le chiamano parabole. Le parabole non sono, per definizione, letteralmente vere.

Non è interessante notare quanto siamo legati al concetto di onestà nella vita? Gesù non si è mai preoccupato di dire o meno la verità. Quante volte ha detto: "… e il regno di Dio è come…". Sapeva benissimo che il regno di Dio non era per niente così, ma cercava di dire qualcosa di utile. Non poteva scendere sulla Terra e dire: "Ok, ragazzi, sette dimensioni al di sopra di questo piano, nella realtà alternativa Z dell’universo 927J, assistiamo ad una particolare fenomenologia". Non è possibile spiegare dei concetti spirituali in alcuna lingua che sia mai esistita sul pianeta. Non abbiamo i riferimenti per comprendere l’infinito numero di realtà che ospitano il piano di realtà di spazio-tempo tridimensionale. Possiamo, però, dire qualcosa di utile.

Come possiamo perfino concepire dei livelli multipli di esistenza? Cominciamo ad immaginare una realtà bidimensionale, che, tra l’altro, esiste. Immaginiamo che ci sia qualcuno che va a scuola lì. Queste persone capiscono solo lunghezza e larghezza, ma non hanno il concetto di profondità. La loro intera esistenza si svolge su di un piano che è più sottile della pelle di una cipolla. Ora, immagina di piombare nel loro piano di realtà dalla nostra dimensione (a cui loro probabilmente si riferiscono come "paradiso"). Tu, in qualità di loro "redentore" dovrai spiegare loro che esiste una realtà tridimensionale di cui loro non sono che un piccolo sottoprodotto. Come riuscirai a farlo? Puoi disegnare linee che formano dei quadrati e rettangoli e triangoli e cerchi, ma queste persone non hanno i riferimenti per concepire l’esistenza di un cubo che abbia profondità e volume. Loro non sono in grado di comprendere il concetto di terza dimensione. Forse riusciranno ad afferrare la nozione di cos’è un cubo, se tu gli disegni un quadrato e poi lo sposti il loro piano di realtà un po’ più su e poi ne disegni un altro e poi un altro e un altro ancora. Se queste persone potessero immaginare che ogni tempo è simultaneo e che tutti i quadrati che tu hai disegnato esistono quindi nello stesso istante, sarai riuscito a dare loro un concetto di cubo.

Ora immagina che un essere che vive nella quarta dimensione arrivi sulla terra per spiegarci come funziona il suo piano di realtà. Lui ci chiederebbe di ricordarci quando, questa mattina, eravamo a casa e poi, poco più tardi, quando eravamo in macchina e poi quando eravamo in ufficio e poi, dopo questo, quando abbiamo pranzato e poi quando siamo andati al cinema e poi quando siamo tornati di nuovo a casa e abbiamo fatto l’amore e poi quando ci siamo addormentati. Come dicevi prima tu all’essere a due dimensioni, l’essere della quarta dimensione direbbe a noi: "cerca di vedere tutte queste cose nello stesso momento ed avrai una vaga idea di cos’è la quarta dimensione". Anche una vaga idea di una dimensione extra di realtà è quasi incomprensibile per gli esseri umani. Per questo, tendiamo a vedere la divinità nelle persone che vengono dalla quarta dimensione solo perché loro sono in grado di vedere ciò per cui noi non abbiamo i riferimenti. Questo equivale più o meno agli esseri della seconda dimensione che chiamano te Dio perché riesci a vedere il cubo: è semplicemente un fatto di ambiente.

Nella terza dimensione noi percepiamo il tempo come una linea retta. Per noi è lineare ed è praticamente come pagina trentatre che viene dopo pagina trentadue e come domani che viene dopo oggi. Bene, nella quarta dimensione, il tempo sembra essere, invece, un cerchio e chi vive nella quarta dimensione ha la possibilità di seguire sia la linea che il cerchio. Sono liberi di entrare e uscire in qualsiasi punto a loro scelta e non sono quindi limitati ad incarnarsi la prossima settimana o il prossimo anno. Possono incarnarsi nell’anno 1812 ora o tornare all’inizio del tempo, sempre ora, perché il loro concetto di tempo è semplicemente non lineare. Se non potessimo colloquiare con un essere che vive nella quinta dimensione, ci direbbe che per lui il tempo ha l’aspetto di un punto, e non di un cerchio, e che tutto è simultaneo. Ma, in verità, dal punto di vista di Dio, non esistono né spazio né tempo. Questi sono concetti che sono stati creati appositamente per la scuola Terra. Tutti i maestri hanno giocato con questi concetti per aiutarci a spingere avanti i limiti della mente. I maestri hanno sempre raccontato storie interessanti sul tempo senza tempo ed altre dimensioni. I manuali esoterici che adoriamo leggere (e che ci mettono perfino soggezione) raccontano storie che qualcuno ha inventato per farci salire di un gradino nella scala. Questi libri possono essere di grande utilità, ma sono connessi solo vagamente alla verità.

Una delle storie più assurde che sia mai stata raccontata dalla comunità New Age è la favola della reincarnazione. E’ una totale invenzione. Pensiamo veramente di aver capito qualcosa una volta compreso il concetto di reincarnazione? "Ah, sì, ho capito! Nasciamo e moriamo e poi nasciamo ancora". Tutto questo presuppone un tempo sequenziale, ma nell’istante in cui moriamo siamo al di fuori del regno del tempo lineare. Che cosa significa questo per il nostro concetto di reincarnazione? A quale punto entriamo ancora nel cerchio per cominciare un’altra vita? Cosa succede se scivoliamo indietro e rientriamo allo stesso punto in cui eravamo entrati la volta scorsa? Ci saranno due diverse forme della stessa anima sulla Terra nello stesso momento! Sembra che succeda spesso ultimamente. Cosa succede se qualcuno vive tutte le sue vite future prima di vivere quelle passate? Quando siamo al di fuori del regno del tempo lineare, tutto è possibile.

Non abbiamo alcuna via possibile per avvicinarci al concetto di che cosa si intenda per reincarnazione, ma il concetto della continuità della vita è essenziale, quindi abbiamo inventato una storia che racconta di una vita che non ha né inizio né fine. E’ utile, funziona! Abbiamo i mezzi per relazionarci con l’eternità nel quadro di un sistema di riferimento radicato nel tempo lineare. Questo è molto d’aiuto. Noi non sappiamo nulla, ma se passiamo da una storia utile ad un'altra e ci aggrappiamo a dei concetti solo fino a che arriviamo a qualcosa di meglio, facciamo progressi enormi.

 

La Bibbia come metafora

Secondo la mia percezione, Gesù passò attraverso tre fasi nella sua vita, per provare la continuità della vita. La prima fu una fase didattica, durante la quale egli disse a se stesso: "Dirò loro le cose come stanno". Tutti noi vorremmo poter fare così, ma non funzionò per Gesù come non funziona per noi. L’evangelizzazione non ha mai veramente conquistato un solo individuo perché il risveglio è un’esperienza personale e non qualcosa di cui si possa convincere qualcuno. Quindi, egli smise di predicare. La seconda fase fu: "Allora, se non crederanno a ciò che dico, glielo farò vedere. Risusciterò i morti ed ogni volta che farò qualche magia dirò: "ciò che io riesco a fare riuscirete a farlo anche voi, ed anche più di questo". Questo dovrebbe aprir loro gli occhi. Deve funzionare. Se vivrò la mia vita in modo esemplare, tutti coloro a cui io dimostrerò la forza dell’amore diventeranno dei santi". Nemmeno quello funzionò. Allora Gesù arrivò all’ultima fase e disse: "Beh, allora se non capiscono ancora che la vita è eterna, darò loro una dimostrazione fisica. Portatemi una croce e dei chiodi, per favore." Senza croce né chiodi, non c’è risurrezione. O, come direbbe Jean Houston "niente crocifissione, niente caramella". Senza la risurrezione, non esiste prova della continuità della vita. In verità, anche questo metodo funzionò relativamente, perché chi accettò l’eternità della vita era chi ci credeva già da prima.

La Bibbia racconta una storia interessante perché contiene una quantità di livelli. E questo vale anche per la maggior parte dei libri di educazione spirituale. Un capitolo parla agli alunni della settima classe e quello successivo si rivolge a quelli dell’undicesima. Le parole significano cose completamente diverse se lette da persone diverse. Quando le leggiamo, vogliamo prima assicurarci a chi quelle parole sono destinate. Quasi in tutto il Vecchio Testamento troviamo storie raccontate intorno al focolare. Queste storie furono tramandate di generazione in generazione fino a che qualcuno le ha finalmente messe per iscritto. Se cominciamo a cercare una verità tecnica nelle parabole, ci mettiamo nei guai. Se, d’altro canto, intendiamo cercare di raccontare fondamentalmente delle belle storie, il significato rimane. Per le persone che hanno difficoltà a correlare l’educazione religiosa in senso cristiano con ciò che ora considerano come spiritualità, vi assicuro che vi è più di un modo di interpretare le parole della Bibbia. Io raccomando vivamente di leggere i libri di Emmet Fox, Il Sermone della Montagna e I Dieci Comandamenti.

Dobbiamo ricordarci che la principale funzione dei grandi maestri è quella di impregnare il mare telepatico della loro coscienza. Essi comprendono la Prima Direttiva e perciò sono venuti sulla Terra in corpi fisici per condividere un po’ della loro saggezza con noi. Se chiunque desidera sentire quello che essi hanno da dire, sono lieti di raccontare storie una dopo l’altra con infinita pazienza fino a trarne qualcosa, ma tra di loro non c’è nemmeno un evangelista. Essi non hanno mai fondato religioni né chiese, semplicemente hanno raccontato delle storie alla gente che cercava la liberazione. Mentre alcune delle chiese della New Age come Unity, Science of Mind, Divine Science e Christian Science offrono ai loro partecipanti una maggiore libertà nel seguire la propria guida interiore e prendono le distanze dall’idea che Dio li porterà a trovare il loro maestro interiore, sono comunque ancora soggetti alle distorsioni che la natura umana ha introdotto.

Il mio consiglio è sempre quello di tornare alle storie originali di coloro che portarono la spiritualità, perché queste sono le sole che non hanno subìto distorsioni. In questo sta la loro forza. Gli insegnamenti originali avevano un contenuto utile. Non erano in alcun modo vendicativi. Non erano nemmeno autoritarie! I Fillmores, che fondarono la Unity Church scrissero un dizionario metafisico della Bibbia che ci aiuta a capire un libro che era quasi totalmente al di là della possibile comprensione. Essi suggerirono delle interpretazioni alternative. Quando noi facciamo appello al Signore, loro dicono, non facciamo altro che fare appello alla legge, la legge cosmica, chiedendole di rivelarsi a noi.

Inoltre, il significato originale del peccato non aveva nulla a che vedere con il fatto che Dio sia o meno arrabbiato con noi. Si trattava di un termine usato dagli arceri che significa "mancare il bersaglio". "Ah, allora devi riprovare!" Peccare significava aver preso una direzione che porta a un luogo in cui non vogliamo andare. Analogamente, il pentimento presupponeva che una persone facesse retromarcia e andasse in un’altra direzione, il che significa che ciò che stava facendo in quel momento non l’avrebbe probabilmente resa felice e quindi, avrebbe preferito scegliere un’altra strada. Queste parole non hanno altro significato se non questo. Non hanno certamente mai avuto niente a che fare con il paradiso o l’inferno o l’offendere Dio. Dio non si cura di ciò che facciamo. Forse erano i nostri genitori che se ne curavano e noi ci siamo pentiti delle nostre azioni pensanso che fosse per il loro bene. L’universo può solo vederci come esseri perfetti. Non ha mai imposto alcuna punizione su di noi perché è totalmente imparziale. Non è nemmeno capace di giudizio. L’universo sa che noi non abbiamo mai fatto nemmeno un errore.

Uno dei primi messaggi che ricevetti quando cominciai a lavorare con lo spirito fu quello che non mi sarei potuto sentire a posto finché non mi sarebbe sembrato normalissimo prendere Un Corso in Miracoli o la Bibbia e buttarli nel camino, non avrei potuto comprenderne il contenuto. Se consideriamo sacra una cosa o la mettiamo su un piedistallo, dichiariamo la nostra disparità rispetto ad essa. Non esiste maestro illuminato o avatar o arcangelo che desideri stare sul nostro piedistallo. Essi preferiscono decisamente farsi una pizza e una birra in nostra compagnia ed avere con noi una sincera conversazione. Dobbiamo però guardare al nostro senso di autostima e determinare se intendiamo o meno dichiararci uguali a Sai Baba o Krishnamurti. Ricorda che loro non si sono mai considerati diversi da noi. Potranno forse giocare in un’arena, mentre noi giochiamo in un’altra, ma ciò non ha nulla a che vedere con un ordine gerarchico.

 

I Dieci Comandamenti

Quando gli studenti si credono entità separate, scollegate dall’infinito, quando tutti i loro dei sono sui piedistalli e non hanno nessuna comprensione del fatto che la loro mente, il loro cuore e la loro anima sono una sola cosa, allora è il caso di dar loro una serie di regole da seguire. I cristiani e gli ebrei spesso considerano i Dieci Comandamenti come le legge ultima, ma questo succede solo per chi non ha ancora afferrato il concetto di legge cosmica. E poi, chi era questo Mosé che ha portato questi dieci comandamenti? Era forse un ignorante di nona o decima classe che cercava di manipolare il sistema o era un entità con un collegamento interiore con l’assoluto? Non credo che fosse il tipo di persona che avesse bisogno di sentirsi dire di non andare a letto con le mogli degli altri o di non uccidere. Forse avrà fatto fuori qualcuno in qualche precedente incarnazione, ma non era comunque sua abitudine farlo. Quindi, cos’erano queste regole che lui ricevette?

Mosé ricevette la verità commisurata al suo livello di comprensione. L’universo ci rivela sempre la verità in un contesto appropriato al nostro livello di comprensione del momento. Questo rende difficile applicare alla lettera le visioni ricevute da un’altra persona.

Mosé andò in cima alla montagna, il che nella Bibbia significa che entrò in meditazione. Poi sentì: "Mosé, Mosé amico mio, Mosé mio pari, ora ti dirò come funzionano le cose. Non puoi uccidere. Uccidere è impossibile in questo universo perché la vita è eterna e nessuno può quindi morire. Non puoi rubare. Tu hai creato tutto e tu sei tutto. Rubare è un’illusione del piano di realtà terreno che ti dice che tu e la tua ricchezza non siete una cosa sola. Come puoi rubare ciò che tu sei? Rubare non è possibile. Non puoi commettere adulterio. L’adulterio è il tentativo di ricevere amore da chi è separato da te. Nulla è separato da te e l’amore non esiste se non dentro di te". Ciò che Mosé udì significava che il bene e il male non esistono e che, quindi, non esiste il comportamento scorretto. Dio è amore e l’amore non giudica. I Dieci Comandamenti erano dieci princìpi di legge cosmica che avevano lo scopo di liberare l’uomo e di staccarlo dal senso di colpa, e non lo scopo di sottometterci ad esso. Dio dice che non abbiamo mai commesso un errore e non ne saremmo neppure capaci.

Quando Mosé tornò dai suoi discepoli e disse: "Allora ragazzi, ho appena ricevuto qualcosa di molto interessante da Dio su come funzionano le cose" essi non furono in grado di capire la verità che stava in quelle parole. Mosé parlava a persone che non riuscivano a comprendere che l’universo è amico, che Dio è amore e che siamo tutti liberi da qualsiasi colpa. E furono loro a tramandare quelle parole sotto forma di leggi. Quando parliamo agli studenti di seconda, terza e quarta che non comprendono ancora la legge del karma, forse vorremmo dire loro: "Se vuoi vivere la vita più piacevole e godibile possibile non andartene in giro a sparare alla gente. Col tempo, forse ti sentirai meglio". Ovviamente, noi non diremmo loro che è un peccato sparare alla gente o che Dio si arrabbierebbe se loro uccidessero qualcuno, perché noi non cerchiamo di imporre il senso di colpa e perché Dio non giudica il comportamento di nessuno. Siamo a giudicare se stessi e gli altri.

Per un certo periodo di tempo, gli insegnamenti spirituali sono stati malintesi dalla chiesa che intendeva mantenere il controllo sulla sua congregazione, mantenendo anche piene le sue casseforti. Le organizzazioni progrediscono invariabilmente al punto di non offrire più alcuna comprensione spirituale. Gli insegnamenti, ora umanizzati, ci dicono che il potere e la saggezza dell’universo si trovano al di fuori di noi e non dentro di noi.

I maestri, ora deificati, divengono essenzialmente inutili. Allora ci troviamo ancora a doverci liberare dal dogma e ricominciare da capo.

 

Una prospettiva estesa

L’inizio dell’era di Acquario non ci dà l’incarnazione di un Buddha o di un Krishna o di un Cristo che interpretino la legge cosmica in nostra vece. Nelle ere astrologiche durante le quali esistevano solo poche entità sulla Terra in grado di capire gli insegnamenti di un maestro, uno o due esseri ascesi erano sufficienti ad insegnare a tutti i ricercatori del pianeta. Non c’è mai stato un tempo in cui la Terra è rimasta abbandonata. Abbiamo avuto almeno un avatar sul pianeta in ogni momento della nostra storia. Per quanto sia improbabile che un individuo in una classe tra la prima e la dodicesima classe vada direttamente alla luce, c’è comunque sempre stato qualcuno su cui sintonizzarsi e, se lo si desidera, da seguire sulla strada verso casa. Nell’era di Acquario, ogni entità incarnata sul pianeta deve avere, non in India ma nella stanza a fianco, un semi-avatar che sia in grado di portarla verso la luce.

E’ tempo che alcuni individui si facciano avanti e smettano di seguire la programmazione del mondo per vivere allo stato puro. Prego, eliminare ogni connotazione religiosa da queste parole! La purezza è la comprensione della semplicità e della perfezione del sistema. Sei venuto sulla Terra in parte per un fatto di crescita personale, ma anche perché la prima direttiva ti aveva proibito di assistere i tuoi cari, i tuoi compagni di classe, a meno che tu non assumessi una forma fisica. Ora devi vivere come se fossi esente da limitazioni.

Mi piace molto una storia che si racconta di Yogananda, un guru che venne in Occidente come ambasciatore spirituale per creare accettazione rispetto agli insegnamenti orientali. Facendo questo, accettò un gran numero di inviti per tenere discorsi in molti luoghi. Una sera, fu ospite di un cocktail diplomatico con alcuni dei suoi studenti per poter entrare in contatto con alcuni membri del governo. Yogananda aveva insegnato ai suoi studenti molte cose circa la purezza che, al loro livello di comprensione, significava astinenza e rinuncia al cibarsi e al bere qualsiasi cosa potesse essere tradizionalmente considerata impura. Ed eccolo qui al party, a bere Martini e assaggiare le tartine, divertendosi come un matto. I suoi studenti, ormai scandalizzati, lo affrontarono e gli dissero: "Ipocrita! Tu ci hai insegnato a vivere in purezza. Non ci è concesso mangiare queste cose o godere del sesso o di qualsiasi cosa sia divertente, mentre tu sei qui…". Yogananda si avvicinò al camino, mise la sua mano sul fuoco e disse: "Quando riuscirete a fare quello che faccio io, allora potrete fare quello che faccio io".

L’oggetto della vita spirituale è sempre quello di liberarsi. Noi continuiamo ad eliminare le limitazioni concentrandoci sul massimo che riusciamo a comprendere. Qualsiasi cosa domini il nostro processo di pensiero, sia esso il nostro lavoro, il baseball, il nostro partner o i fenomeni psichici non fa altro che ritardare la nostra gioia, se noi non orientiamo costantemente i nostri pensieri e le nostre esperienze alla nostra crescita spirituale. Qualsiasi essere umano può riuscire a soprassedere alle leggi della dimensione fisica se impara a funzionare da un livello di realtà più alto.

Vi sono modi in cui noi possiamo vedere il nostro mondo che ci aiuteranno a vedere l’illimitatezza dell’universo e quindi la nostra potenziale illimitatezza. Noi vogliamo raggiungere la vera visione totale e riconoscere di essere parte di qualcosa che è ben più grande della realtà tridimensionale di spazio-tempo o di qualsiasi cosa abbiamo mai visto con i nostri occhi o mai sentito con le nostre orecchie. Vogliamo usare ogni cosa che incontriamo come strumento per la nostra crescita.

Ogni volta che crediamo di sapere qualcosa, stiamo deviando dalla nostra strada. Possiamo guardare le stelle e farci delle domande su quegli esseri e la funzione per cui l’universo li vuole qui, innanzitutto. Questo ci riporterà in uno spazio più umile di vero apprendimento e comprensione.

Immagina, se vuoi, il preside della scuola Terra che passa di classe in classe per assicurarsi che tutto proceda bene. Potrebbe fermarsi un attimo per ascoltare la lezione di ogni classe, verificare quali testi vengono usati e poi uscire a vedere che gli alunni giochino in modo ordinato e costruttivo nel cortile. Il preside non è mai coinvolto nell’insegnamento delle singole lezioni, perché quello richiederebbe molto più tempo di quello che lui ha a disposizione e per questo assume molti insegnanti. Assume anche un’infermiera per il pronto soccorso, un istruttore per la palestra e uno psicologo. Tu, come portatore di luce sulla Terra, sei molto simile a quel preside. Vedrai molte cose succedere nelle arene dell’economia, della politica, degli eserciti ed umanitarie, ma sarebbe per te eccessivo cercare di prendere parte ad ognuna. La tua funzione è solo quella di vedere il quadro generale, vedere la Terra come una scuola benevolente e lavorare nei regni invisibili con la tua famiglia per dirigere l’energia. In realtà, questo è il solo modo efficiace per accelerare l’evoluzione del pianeta. La coscienza è l’unica cosa che crea realtà. Noi non abbiamo né il tempo né l’energia di cercare di promuovere un cambiamento in modo inefficace. La via dei grandi maestri è la più rapida. Che tu ci creda o no.

Il cammino del servizio

Vi sono molte, molte dimensioni di realtà al di sopra della nostra. Esistono realtà a quattro, cinque, sei, sette, venticinque e cento dimensioni. Continuano a salire fino ad oltre la nostra comprensione. Non abbiamo ancora trovato Dio, l’unico ed onnipotente. Però sicuramente abbiamo un cherubino, un serafino, il logo solare, padre, figlio e spirito santo di cui si parla negli insegnamenti delle scuole dei misteri. Sono tutti personaggi che fanno del loro meglio nel lavoro della scuola. Poi c’è anche una comunità di fratelli dello spazio – una federazione di cinquanta o sessanta civiltà che se ne vanno in giro per la nostra galassia e si divertono un mondo. La maggior parte di loro sono qui perché intendono essere d’aiuto ad assistere altri gruppi del nostro universo. Tuttavia, la prima direttiva limita ancora una volta il loro contatto con noi.

Esistono miliardi di entità che vivono su questa Terra nei regni invisibili in attesa di essere d’aiuto. Nel vero senso del termine, non c’è Dio che tenga quando si tratta di aggiustare le cose. Non c’è nessun vecchio col barbone seduto sul trono a dire: "Lascia stare quello e vai ad aiutare quello là in fondo…". Un dio così non c’è mai stato. Quel tipo di servizio è svolto da strati e strati di persone. Parte dei regni angelici e spirituali decidono di loro volontà di essere di servizio all’umanità nel loro ritorno a casa. Un modo in cui possono essere d’aiuto è lavorando come angeli custodi. Se non sono in grado di aiutarci perché noi non siamo disposti a chiedere, allora sono costretti ad andarsene altrove. Con questa prima direttiva, sai com’è, non possono pagarci la cauzione a meno che noi non glielo si chieda. Ogni volta che noi chiediamo loro di aiutarci, la loro crescita è accelerata. Ci pregano di essere riconosciuti. Se stanno lì seduti a dire: "Ti prego dammi qualcosa da fare! Se non mi darai niente da fare, me ne dovrò stare qui ancora per un milione di anni! Anch’io voglio crescere e andarmene via di qui! Questo è il cammino di servizio che ho scelto, per l’amor di Dio! Ti prego, chiedimi di pagarti la cauzione ogni giorno, così avrò il permesso di entrare nella tua vita per creare sincronicità e magia!".

Prendi questa opportunità per pensare a quante volte puoi chiamare regni diversi da questo perché agiscano per tuo conto. "Voglio che l’angelo del regno del cibo mi dica quanto sale devo mettere in questo piatto." Più noi diamo loro da fare, più velocemente loro cresceranno. Quindi, non aver paura di chiedere loro aiuto. Noi diciamo: "Hmm, Dio… scusami… non voglio disturbarti, ma sei hai solo un minutino, io…" e, nel frattempo tutti questi angeli dicono: "Ma cosa stiamo qui a perdere tempo, qui nessuno ci chiama!".

 

Non è mai "chissà cosa".

Quando cominciamo a percepire tutti gli eventi della vita come metafore, parabole che somigliano alla realtà, tendiamo a non vedere più il dramma negli eventi. Mano a mano che ci avviciniamo alla verità, è sempre più raro che succeda qualcosa che sia "chissà cosa". La gerarchia diviene cosa normale. Alcuni di noi erano membri della gerarchia anche prima di nascere. Poi, quando sono arrivati sulla Terra ed hanno imparato dell’esistenza di una gerarchia abbiamo subito preparato un enorme piedistallo e li abbiamo messi tutti là sopra. Se è vero che "come sopra così è sotto", sai che cosa significa "gerarchia"? Comitati! Lo spirito non ama i comitati più di quanto non li ami tu. Quando arriva il momento di diventare parte della gerarchia e il capo del dipartimento viene a cercare volontari, quelli si voltano dall’altra parte e dicono "Tocca a lui! Tocca a lui fare l’arcangelo e questo e quello questa volta, io l’ho già fatto l’ultima volta!".

La gerarchia è un luogo comune. Quando abbiamo capito questo, possiamo cominciare a creare uguaglianza tra noi ed il resto dell’universo. Credere che qualsiasi cosa sia "chissà cosa" è un modo di pensare che separa. La gerarchia e i fratelli dello spazio sono tutte persone che fanno del loro meglio per progredire nella scuola come chiunque altro. Se riusciamo a capire la vera natura dell’universo, perfino gli UFO non ci sembreranno più affascinanti di un autobus di linea.

Dove abitiamo tra una vita e l’altra? Se non siamo in un corpo, allora dobbiamo essere stati anche noi degli extra-terrestri! Ogni essere umano è un extra-terrestre. Siamo tutti figli delle stelle. Ognuno di noi ha attraversato strati e strati di realtà. Ricordare solo un pochino della nostra vita pre-natale, condizione extra-terrestre, può essere molto utile. Abbiamo enormi risorse ed la forza dei nostri amici e della nostra famiglia invisibile a nostra disposizione che ci aiutano a fare il nostro lavoro cosmico. Come direbbero i terrestri "abbiamo vecchi amici nelle alte sfere".

Ora sappiamo che le leggi dell’universo proibiscono la violazione del libero arbitrio di qualsiasi entità in stato di evoluzione in qualsiasi sistema evolutivo. Solo quelli che sono sommersi dalla coscienza collettiva hanno l’autorità di alterare la realtà nella quale esistono. Le entità in altre dimensioni che stanno accanto ai miliardi di persone sulla Terra sono impotenti a meno che noi non scegliamo di indirizzare la loro energia. Abbiamo il potere di dirigere le astronavi ed interi battaglioni di portatori di luce dei regni invisibili e dare loro il permesso di portare la loro luce su questa Terra.

Milioni di cose emozionanti succedono ogni giorno. Dobbiamo però ricordare che il fatto che ci siano entità che provengono da altre galassie e da altri universi è irrilevante se noi non guariamo prima noi stessi. Se le nostre vite non funzionano possiamo anche dimenticarci il giro in astronave. Possiamo starcene in mezzo a un campo e agitare le braccia per chiamare i nostri fratelli spaziali finché ci pare ma questo non ci darà mai la pace interiore. Prima quello che viene prima.

Questa è la lezione, il concetto essenziale: medico cura te stesso! Sii fedele a te stesso. Solo allora potremmo lavorare in modo efficace con i nostri amici invisibili, passare le loro informazioni e fare tutte quelle cose meravigliose. I grandi maestri hanno sempre detto di "cercare prima il regno dei cieli e tutto verrà di conseguenza". Ma noi abbiamo questa umana idiosincrasia per cui pretendiamo che tutto arrivi tutto in una volta. Qualsiasi vero maestro spirituale ha detto di ignorare ogni cosa finché il regno dei cieli non si manifesti nella nostra vita. Se ci facciamo intrappolare da tutto il resto, mancheremo quel regno e non saremmo, a quel punto, più di grande utilità.

La Terra ha bisogno di questi individui che si trovano qui per svolgere il loro lavoro di insegnamento per concentrarsi sul proprio risveglio pienamente e in questo momento, prima che un altro giorno o un altro minuto sia già passato. Quando capiamo veramente ciò che dicevano i grandi maestri, comprendiamo anche che la nostra illuminazione non sarà istantanea. Loro ci promettono, comunque, che ogni giorno e in ogni modo, ogni aspetto della nostra vita migliorerà. Noi vediamo la luce alla fine del tunnel. Ci stiamo muovendo direttamente verso la luce. E, mano a mano che progrediamo trasciniamo con noi la coscienza collettiva. Stiamo semplicemente riconoscendo il fatto che esiste un piano di salvataggio e che ognuno di noi è sulla strada che lo porterà a diventare infinitamente potente ed eternamente libero.

 

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